
La storia dell’ascensore nel suo significato moderno inizia nell’800, quando ad esso vengono applicati motori a vapore o idraulici e si tenta di trovare un modo per superare i dislivelli senza l’ausilio di rampe o scale.
L’ascensore trova larga diffusione negli Stati Uniti a partire dalla metà del secolo per un’esigenza precisa: quella di realizzare edifici più alti di quattro piani, cosa tecnicamente possibile ormai da molto tempo, ma la cui richiesta divenne notevole solo quando furono disponibili ascensori a più piani. Inoltre a metà dell’800, l’improvviso aumento di concentrazione degli abitanti nei grandi agglomerati urbani della costa orientale degli USA determinò un’impennata dei costi dei terreni edificabili. Di conseguenza, aumentando l’altezza degli edifici, i costruttori avevano a disposizione una maggiore quantità di superficie abitativa vendibile. Tutto ciò rese gli ascensori estremamente preziosi.
I primi ascensori Otis
Ma la prima vera rivoluzione si ebbe nel 1853 quando Elisha Otis, inventò il primo sistema di sicurezza, che fece iniziare sperare concretamente di poter applicare su larga l’uso dell’ascensore per le persone. Otis era un brillante inventore e imprenditore americano; durante un’esposizione a New York presentò il primo ascensore dotato di un dispositivo automatico di sicurezza, in grado di bloccare la cabina in caso di rottura della fune di sollevamento. Di lì a poco comparve in un grande magazzino newyorkese il primo ascensore per passeggeri, progettato ovviamente da Otis.
L’avvento l’elettricità
Il motore elettrico fu introdotto negli ascensori nel 1880 dall’inventore tedesco Werner von Siemens. Il motore venne installato sopra la cabina che era in grado di risalire all’interno del pozzo per mezzo di un sistema di ruote dentate a pignone che si innestavano in cremagliere disposte ai due lati del pozzo. Un ascensore elettrico fu costruito a Baltimora nel Maryland nel 1887 e funzionava con un motore elettrico che faceva girare un argano rotante, attorno al quale si avvolgeva la fune di sollevamento. Negli anni successivi gli ascensori elettrici dotati di trasmissione con vite elicoidale tra motore e argano divennero di largo uso, tranne che per gli edifici molto alti. Le dimensioni massime dell’argano limitavano infatti anche l’elevazione massima, quindi questo modello di ascensore non fu mai applicata ai grattacieli.
L’invenzione dei contrappesi
D’altra parte i vantaggi dell’ascensore elettrico, come l’efficienza, i costi relativamente bassi di installazione, e la possibilità di mantenere una velocità pressoché costante a prescindere dal carico, spinse gli inventori a cercare una soluzione per poter utilizzare gli ascensori a energia elettrica anche nei grattacieli. La presenza di contrappesi in grado di generare trazione sulle funi di trazione in senso opposto rispetto alla cabina furono la risposta a questo problema.
Gli ascensori dei nostri giorni
Ad oggi c’è si fa distinzione tra ascensore elettrico o oleodinamico. Si sono registrati notevoli progressi anche nel campo dei “quadri di manovra”, deputati al controllo e alla gestione dell’impianto. Superati gli obsoleti pannelli elettromeccanici senza particolari flessibilità di funzionamento, i moderni sistemi elettronici con microprocessori consentono un esercizio adattabile ad ogni genere di edificio ed utilizzo (prenotazioni di chiamata, corse con arresti intermedi per “raccogliere” e “riempire” la cabina fino al raggiungimento del massimo carico, ecc.), la regolazione elettronica della velocità, fino addirittura al controllo dell’aria per evitare che il brusco cambiamento di pressione dia fastidio ai timpani.